Comunicato - La nostra critica alle dichiarazioni di Bagnasco sul fine vita
«Guai a voi, ipocriti, che legate pesanti fardelli sulle spalle della gente, ma voi non li volete muovere neppure con un dito» (Mt 23,4)

Torino, 29 luglio 2025 – 
In riferimento alle recenti dichiarazioni di Bagnasco, che ancora una volta ha tentato di delegittimare la libertà di scelta sul fine vita appellandosi a una morale pseudo-cristiana e ad una lettura distorta della Costituzione, la CVCR intende rompere il silenzio e denunciare con forza l’abuso sistemico che la Chiesa cattolico-romana continua a esercitare sullo Stato italiano, sulle sue leggi, e sulle coscienze libere dei cittadini.
 
1. Inaccettabile interferenza nello Stato laico – violazione dell’art. 7 e 21 della Costituzione
Bagnasco, nel dichiarare che la Chiesa ha il “dovere di esprimersi” contro il diritto al fine vita, dimentica (o finge di dimenticare) che l’articolo 7 della Costituzione italiana sancisce la separazione tra Stato e Chiesa, e che nessuna istituzione religiosa ha il diritto di influenzare l’ordinamento della Repubblica. La “libertà di parola” non autorizza l’ingerenza politica, né tantomeno l’uso sistematico del potere mediatico e istituzionale per condizionare le scelte legislative. Inoltre, quando Bagnasco pretende che lo Stato assuma come norma la dottrina morale cattolico-romana viola lo spirito dell’art. 21 della Costituzione, che tutela la pluralità delle opinioni, e impone un'unica visione religiosa come parametro per tutti: questo è autoritarismo morale, non libertà religiosa.
 
2. Lo Stato non ha alcun obbligo di tutelare la visione di “sacralità” cattolico-romana della vita – abuso semantico dell’art. 32. Richiamare l’art. 32 della Costituzione – che tutela la salute e vieta trattamenti sanitari obbligatori – per giustificare l’obbligo di vivere anche contro la volontà della persona è un’operazione ideologica e disonesta.
Lo Stato tutela la salute in funzione della persona, non contro di essa. E quando una persona cosciente, consapevole, in fase terminale, chiede di morire per non subire torture fisiche o psichiche, lo Stato ha il dovere di ascoltarla, non di consegnarla ai dogmi di un clero che confonde compassione con idolatria biologica.
 
3. Bagnasco e la CEI violano sistematicamente la neutralità religiosa dello Stato – e godono di privilegi incostituzionali
È un fatto pubblico e verificabile che la Chiesa cattolica romana:
- condiziona direttamente partiti e parlamentari;
- riceve finanziamenti pubblici (8x1000) senza pari trasparenza o concorrenza;
- impone l’insegnamento della propria religione nelle scuole pubbliche con docenti selezionati dal vescovo (violando la libertà di educazione);
- riceve esenzioni fiscali su immobili e attività commerciali, contrarie al principio di eguaglianza fiscale (art. 3 e 53 Cost.).
La pretesa di parlare come una semplice "voce morale" è una falsa rappresentazione della realtà. La CEI agisce da corpo politico, economico e lobbistico. E lo fa senza alcun mandato da parte del popolo italiano, solo in virtù di una rendita di posizione post-fascista, legata al Concordato del 1929 riformato nel 1984 ma mai superato.
 
4. La dottrina di Bagnasco è un tradimento del Vangelo – teologicamente falsa e spiritualmente violenta
Bagnasco – come gran parte della gerarchia romana – predica una teologia della vita fondata sulla coercizione, sulla paura e sull’ideologia della sofferenza, in netta contraddizione con il messaggio evangelico.
Gesù non ha mai imposto la propria morale con leggi dello Stato.
Non ha mai proibito il sollievo dalla sofferenza.
Non ha mai chiamato “deriva etica” la libertà delle coscienze.
Al contrario, il Vangelo è pieno di gesti di liberazione, di guarigione, di rispetto per la coscienza umana. L’ossessione della gerarchia romana per il “sacrificio obbligato” è una deviazione sadica dal cuore del messaggio cristiano, che è compassione, non dogma.
L’idolatria della sofferenza, che rifiuta la possibilità di un addio sereno e dignitoso, non ha alcuna giustificazione biblica. È un’invenzione del potere clericale, non una parola di Dio.
 
5. È tempo di resistenza civile, giuridica e spirituale
Come Chiesa Vetero-Cattolica Riformata, riaffermiamo che:
La coscienza di ogni essere umano è sovrana.
La legge dello Stato deve tutelare la pluralità, non i dogmi.
La Chiesa di Roma ha superato ogni limite accettabile di ingerenza politica.
La teologia imposta da Bagnasco è eretica rispetto alla misericordia evangelica, abusiva sul piano civile e inaccettabile sul piano umano.
 
6. È tempo di denunciare apertamente il confessionalismo mascherato
L’Italia è uno Stato laico solo sulla carta, mentre in realtà continua a essere subordinata a una lobby clericale che usa Dio come copertura per difendere privilegi, potere e ideologia.
A nome di tutte le coscienze libere, credenti e non credenti, gridiamo forte:
Non nel nostro nome. Non nel nome di Dio.
In veritate, in libertate, in charitate,
 
 
Ufficio Stampa
Chiesa Vetero Cattolica Riformata
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

X

Right Click

No right click