I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Commento al Vangelo: Lc 21,25-36 - Un invito alla speranza
In questo brano del Vangelo, Gesù ci parla di segni celesti e sconvolgimenti terreni, eventi che annunciano un grande cambiamento. Non è un messaggio di paura, ma un invito alla speranza, alla vigilanza e alla dignità personale: “Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.
In un tempo in cui le relazioni umane sembrano spesso appesantite dalle dissipazioni, dalle ansie e dai ritmi frenetici della vita, l’invito del Vangelo si fa più urgente: vegliate, pregate, e orientate la vostra vita al bene degli altri. Gesù richiama alla necessità di mantenere un cuore libero da appesantimenti, aperto alla speranza e alla condivisione. Il messaggio può sembrare utopico o fuori dal tempo, ma è più attuale che mai. Viviamo in una società spesso dominata dai valori dell’avere, dell’apparire e del potere. Gesù ci invita a non conformarci a queste logiche, ma a scegliere il dono di sé, il servizio e la solidarietà. È in questa prospettiva che si realizza il Regno di Dio: un regno di pace, giustizia e rispetto per ogni uomo e donna.
Anche la caduta di Gerusalemme, evocata nel brano, non è vista come una catastrofe, ma come un momento di rinnovamento. Allo stesso modo, il crollo delle nostre false sicurezze può diventare un’opportunità per costruire una società basata su valori autentici e inclusivi. Gesù ci invita a rallegrarci, perché il cambiamento è vicino, e ci chiede di accoglierlo con dignità e coraggio.
Il tempo di Avvento è quindi un tempo di preparazione, non solo per la celebrazione della memoria del Natale, ma per una rinascita interiore. È il momento di svegliarci dal torpore, di liberarci dalle paure e di accogliere con fiducia la promessa di un mondo migliore e migliorabile. Questo richiede impegno, preghiera e attenzione verso noi stessi e verso gli altri. Il richiamo alla vigilanza che emerge dalle parole di Gesù non è solo un avvertimento, ma un vero e proprio programma di vita. Gesù ci invita a vivere in pienezza, a non lasciarci sopraffare dalle distrazioni che ci allontanano da ciò che è essenziale. Le dissipazioni, le ubriachezze e gli affanni della vita rappresentano non solo ostacoli, ma anche tentazioni che ci spingono verso una superficialità sterile. Al contrario, la preghiera costante ci permette di rimanere saldi e di coltivare una visione più profonda della nostra esistenza.
Quando il Vangelo parla della “liberazione vicina”, ci invita a riflettere sul significato di vera libertà. Non si tratta solo di liberarsi dalle difficoltà materiali o dai problemi quotidiani, ma di un cambiamento interiore che ci rende capaci di vivere in armonia con noi stessi, con gli altri e con Dio. Questa liberazione è il frutto di un cammino di conversione, in cui impariamo a guardare oltre il nostro egoismo e ad abbracciare una visione di comunità e di condivisione. La speranza che il Vangelo ci propone non è un sentimento vago o ingenuo, ma una forza trasformativa. Anche nei momenti di difficoltà e di sconvolgimento, siamo chiamati a credere che il bene è possibile, che la luce è più forte delle tenebre. Questa speranza ci motiva ad agire, a costruire relazioni autentiche e a lavorare per un mondo più giusto e solidale. Il messaggio del Vangelo è quindi un invito a vivere con consapevolezza, a non lasciare che il quotidiano ci soffochi, ma a riscoprire la bellezza della nostra fede e della nostra umanità. Gesù ci invita a riconoscere che ogni giorno è un'opportunità per allinearci ai valori del Regno, dove il dono di sé prevale sull'egoismo, e la comunità si costruisce attraverso la solidarietà e il rispetto reciproco.
Questo tempo di Avvento è anche un'occasione per guardare al futuro con occhi diversi. Le parole di Gesù non sono solo un monito per i discepoli di allora, ma un messaggio per noi oggi. In un mondo segnato da conflitti, disuguaglianze e crisi ambientali, il Vangelo ci chiede di essere operatori di pace e di giustizia. Non si tratta solo di un ideale spirituale, ma di un impegno concreto verso un cambiamento che inizi da ciascuno di noi. Riflettendo su queste parole, possiamo chiederci: quali sono le certezze che ci tengono legati a uno stile di vita che non ci rende veramente liberi? Siamo pronti a lasciare andare le false sicurezze per abbracciare la promessa di un mondo rinnovato? Gesù ci sfida a rispondere a queste domande con coraggio e con fede.
La vigilanza a cui il Vangelo ci richiama non è passiva, ma dinamica. È una vigilanza che ci spinge a essere attenti ai bisogni degli altri, a riconoscere la presenza di Dio nei piccoli gesti quotidiani, e a testimoniare con la nostra vita la gioia e la speranza che derivano dalla fede. Questo non significa ignorare le difficoltà, ma affrontarle con la certezza che non siamo soli, che Dio è con noi. In un mondo che spesso ci distrae con luci artificiali e promesse vuote, il tempo di Avvento ci invita a riscoprire la luce vera che illumina ogni persona. Prepariamoci a celebrare il Natale non solo con gli addobbi e i regali, ma con un cuore rinnovato, pronto ad accogliere il dono più grande: la presenza di Dio tra noi.
L'augurio è quello di vivere un'attesa attiva, a non lasciarci scoraggiare dagli eventi del mondo, ma a trovare in essi l'opportunità per crescere nella fede e nell'amore. La liberazione che Gesù promette è un dono, ma anche una responsabilità: siamo chiamati a essere testimoni credibili di questa speranza, portando la luce del Vangelo nelle nostre comunità, nella nostra quotidianità e nella nostra società.
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