Teologia, ricerca, tentativi

"Ogni nuovo modo di parlare di Dio nel nostro tempo è prima di tutto un tentativo, ma anche qualora la teologia riuscisse a dare una risposta soddisfacente alle questioni su Dio nel nostro tempo, questa risposta sarebbe tuttavia passeggera.

Poiché eterno è solo il Vangelo, mentre la teologia è legata al tempo, essa deve tradurre per il tempo che avanza e in maniera sempre nuova il Vangelo eterno. Per questo il duomo che i teologi costruiscono non è mai finito, ed è bene che sia così, se vuole essere un duomo vero in cui si annuncia e si adora Dio. Anche qui vale la frase: "Dio non abita in un tempio fatto dalle mani", e "Non devi farti un immagine di Dio". La chiave di volta non può essere sostituita se non ci si vuole trovare sotto le stelle.(W.w,Loewenich). Ma poiché la chiave che sostiene la volta non può essere sostituita, la volta va sempre più in rovina, la teologia è destinata al naufragio. E' la grandezza del suo oggetto che fa naufragare la teologia; tuttavia non possiamo e non è lecito smettere di far teologia. Noi dobbiamo iniziare la costruzione sempre da capo, dobbiamo osare continuamente, noi uomini peccatori, limitati, imperfetti e mortali, a parlare di Dio. Anche in questo caso solo la grazia di Dio può mutare in bene ciò che l'uomo fa male. Dio deve perdonarci anche per la nostra teologia; forse non abbiamo un peccato più grande della nostra teologia".

Heinz Zahrnt, Alle prese con Dio, Queriniana Ed. pag.405, 1969

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