Commento al Vangelo Lc 2,22-40

Questo è un brano evangelico molto bello,  un racconto leggendario costruito dalla comunità lucana. Come sappiamo e abbiamo detto più volte sono dei midrash che hanno un preciso scopo. Con questo racconto la comunità di Luca vuole dimostrare e rendere evidente la tanto attesa venuta di Gesù, l'atteso di Israele, quello che i profeti avevano annunciato a gran voce. Vorrei però focalizzarmi sulle due figure di Anna e Simeone. La prima il cui nome vuol dire misericordia e il secondo Dio ha ascoltato. Anna e Simeone sono i due pilastri del racconto, uqelli che insegnano a essere cristiani veri. E come?

Simeone è un vecchio ebreo definito “giusto e timorato di Dio, così tanto devoto e osservante della Torah, degli insegnamenti, delle leggi e delle prescrizioni presenti nel Primo Patto. Quello che prova a fare il garante, se così vogliamo chiamarlo, dell'alleanza tra Dio e gli uomini. Ma queste leggi non hanno saziato mai la sua fame e la sua sete di giustizia. Attendeva la realizzazione del Patto di Dio, la manifestazione più concreta che ancora non si era verificata. E poi c'è Anna, vecchia profetessa ebrea che aveva consacrato la sua vita a Dio, al suo servizio secondo le leggi del suo tempo, secondo la Torah, con il digiuno, la preghiera e la predicazione. Ma il suo amore per Dio non si è chiuso in sé stesso, ha saputo svecchiarsi, attendere e accettare la novità che gli veniva incontro. 

Se abbiamo notato due persone anziane, della vecchia leva, del si fa così perché lo dice la legge, che cambiano radicalmente lasciando il loro essere umano vecchio e rinnovandosi con l'accoglienza del bambino. Entrambi sono alla fine di una vita spesa nel seguire i precetti della loro religione, ma non hanno mai smesso di sperare nella novità di Dio e alla fine ci sono riusciti: hanno potuto vedere un bambino di otto giorni, avvolto in fasce, figlio di un uomo e di una ragazzetta. In loro agisce lo Spirito, quella voce di Dio che ci rende liberi se lo sappiamo accogliere facendo morire l'uomo vecchio e per accogliere quello nuovo. Dio agisce quando ci si allontana da quei muri di pietra del tempio per tornare, come ha dato testimonianza Gesù e i suoi, in mezzo alla gente e per le strade di tutto il mondo. Ed è in mezzo alla strada che si annuncia la liberazione dalle catene costruite dall'uomo. Anna e Simeone hanno capito che non era più l'ora di perdere tempo, hanno saputo spogliarsi completamente e si sono presentati alla chiamata del Dio che si fa uomo. S’aspettavano tutti un messia capace di ribaltare la situazione politica del loro tempo, ma così non è stato. O meglio non dal punto di vista geopolitico, ma con l'obiettivo di liberare l'essere umano dalle costrizioni della vita. Hanno capito che sarebbe stato “segno di contraddizione”, annunciando la passione e morte di Gesù.

Maria e Giuseppe portando Gesù seguivano la legge del loro tempo, anche se non tutti erano rigorosamente tenuti a questo adempimento. La presentazione al tempio è un "episodio" simbolico, non un dato storico. E questo brano citando letteralmente la loro purificazione, unisce in unico momento la purificazione di Maria a quella del bambino e a quella della sua famiglia. Leggendo bene il Levitico questo stabiliva che la donna era impura per 40 giorni dopo il parto e durante questi 40 giorni non poteva avere contatti con i suoi conterranei e non poteva partecipare alle funzioni religiose.

La comunità di Luca non è poi così tanto esperta di queste prassi ebraiche, ma poco importa a noi. La cosa che fa più riflettere è che il loro arrivo viene semplicemente accolto da due vecchietti. Solo i giusti possono riconoscere la luce del mondo, la luce per le nazioni. Nessun altro del loro tempo si accorgono della loro entrata nel tempio. Perché a tutti è dato di vederlo soltanto sturando le orecchie del nostro cuore e accettandolo nella semplicità. La realtà del nostro incontro con Gesù è l'accoglienza reale del suo invito a "cambiare vita". E le figure di Simeone e Anna rappresentano proprio l'apertura del cuore al dono di Dio, lo sguardo rivolto al futuro con fiducia nel Dio che si manifesta nella semplicità dei nostri giorni. 2 vecchietti che parlano ai nostri cuori per dirci: solo chi ha fiducia in Dio e nella sua Parola sa vedere terre e cieli nuovi, qui su questa terra perché sono i sentieri della nostra quotidianità fatta di amore, uguaglianza e libertà.

La loro vita che ha saputo attendere anni, ci invita a guardare lontano, non scoraggiarsi se non si vedono i frutti subito. E' un messaggio che va diritto al nostro cuore, alla nostra esistenza quotidiana. Simeone e Anna sono l'opposto di quelli che recitano senza un senso parole imparate a memoria. E' inevitabile, nel perseguire la strada di Gesù, siamo esposti alle "spade che trapassano la nostra anima, come annuncia Simeone a Maria, personaggio rappresentativo del popolo nuovo. Ttroveremo opposizione, ma ciò non deve scoraggiarci. Simeone ci dice questo, ci indica una via, quella di Gesù, una via di libertà che passa attraverso la lotta.

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)

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