Commento al Vangelo Gv 20,1-18

Vorrei fare una premessa ll Vangelo di Giovanni è l’ultimo ed è stato scritto verso l’anno 100, quindi dopo almeno due generazioni dalla morte di Gesù. In tutto il Vangelo Gesù viene presentato in modo glorioso. Storicamente sappiamo che il corpo di Gesù, come quello di ogni persona, sarà marcito nella sua tomba, e come accadeva per i corpi dei crocifissi, non avrà avuto neanche una sepoltura… Questo vi creerà un po’ di dubbi. Beh anche a me l’ha dato quando ho affrontato nel mio percorso biblico Giovanni. Il racconto della sua sepoltura è un fatto raccontato dalle prime comunità per darci un insegnamento, non per descrivere un fatto storico. Questo racconto è stato costruito per raccontarci, come avevano fatto altri racconti di apparizioni di Gesù, cosa accade pian piano nel cuore dei discepoli e delle discepole dopo la morte di Gesù. Sicuramente dopo la morte di Gesù ci sarà voluto un po’ di tempo prima che il gruppo si rincontrasse di nuovo e iniziasse di nuovo a spezzare il pane.

Questo racconto spesso è ricordato con il titolo “La tomba vuota”. Come tutte le metafore la pietra ribaltata non è ovviamente da leggere come un fatto realmente accaduto. Come va interpretata? con gli occhi della fede come hanno fatto i discepoli e le discepole che hanno dovuto ritrovare nel loro cuore alla luce del cammino breve ma intenso che hanno fatto con Gesù. Non sappiamo come sia realmente avvenuta la resurrezione: le Scritture non lo riportano, i Vangeli stessi non lo riportano. Vi è l’immagine dell’angelo del Signore, ovvero Dio, e poi l’immagine della pietra ribaltata e della tomba vuota. Cosa ci dice questa immagine nel suo complesso? Dio non ha abbandonato Gesù nella morte ma gli ha dato una vita nuova presso di sé. I vangeli ci danno lo stesso annuncio in modi diversi. I linguaggi sono molti, ma l’annuncio della Pasqua è preciso: Gesù, per opera di Dio, è vivo, ha vinto la morte. Pensate allo sgomento e la disperazione provati dalle discepole e dai discepoli dopo la morte di Gesù. 

“Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala sirecò al sepolcro di buon mattino, quando era ancorabuio ...” (Gv. 20, 1). Maria triste e sconvolta si avvia alla tomba dove era stato sepolto il suo maestro. Ella era stata “guarita” da “sette demoni” da Gesù quindi grazie a Gesù, aveva ritrovato serenità, dignità e fiducia in se stessa ed era diventata un punto di riferimento per le altre donne della Galilea. Maria giunge alla tomba e si ritrova davanti a un sepolcro vuoto in cui non vi era neanche il corpo del suo maestro. Cosa avreste fatto voi? Maria corre a chiamare Pietro e Giovanni. Giovanni giunse per primo, vide le bende, ma non entrò... Giunge intanto Pietro che entra e vede le bende per terra. “Allora entrò anche l’altro discepolo... vide e credette” ( Giov. 20, 8). E’ Dio che ha risuscitato Gesù, come ci testimoniano molti passi delle Scritture; quando dice “Gesù è risorto”, “Gesù è vivo”, la Scrittura sottintende sempre l’azione di Dio. Su questo uomo insultato, calpestato e “fatto fuori” Dio prende una nuova iniziativa; lo aveva accompagnato colmandolo di fede e di coraggio, lo aveva sostenuto nel suo impegno per la giustizia, gli era stato vicino quando ormai la congiura lo stringeva da ogni parte. Gesù era pienamente cosciente che quella forza gli veniva dal Dio che egli pregava con i suoi discepoli e da solo, quel Dio che chiamava Abbà. Capire che Gesù è vivo, che Dio ha reso viva la sua persona, ci invita ogni giorno a rendere testimonianza del suo messaggio, a creare “pezzi di risurrezione” nella nostra vita quotidiana, con le lotte di civiltà. Larisurrezione è la forza di Dio che entra nella nostre vite contro la rassegnazione.

Dopo questa premessa torniamo a questo racconto...

Il personaggio principale è Maria Maddalena che certamente avrà avuto un ruolo importante nella vita di Gesù e delle prime Comunità se viene dedicato a lei tutto questo spazio, in un Vangelo scritto da uomini… La scena si svolge pressapoco così: Maria va al sepolcro, non trova il corpo di Gesù e torna dai discepoli, insieme tornano alla tomba. I discepoli se ne vanno, ma Maria resta a piangere e non si rassegna. Riconosce Gesù quando lui la chiama per nome. Maria sente la sua voce, si sente riconosciuta dal suo Maestro. Tutto questo sarà avvenuto nel cuore di Maria nel tempo, qui ci viene narrato come un’apparizione fisica. Chissà quale sarà stata la sua sofferenza, aver perso colui che aveva dato un senso alla sua vita, colui che aveva tanto amato. Nel cuore di Maria dopo la morte di Gesù sarà arrivata la notte più nera, ma pian piano la luce sarà entrata nel suo cuore. Credo che Maria avrà maturato il fatto di farsi promotrice di riunire tutti coloro che con lei avevano seguito Gesù. Come se si fosse sentita chiamare dal suo maestro:” Maria, ora tocca a te!!”

La Pasqua di quest’anno è davvero particolare, chiusi nelle nostre case..viviamo isolati da tutti e da tutto. Ma credo profondamente che ciascuno e ciascuna di noi debba sentirsi chiamare per nome e, come Maria, mettersi in moto con quello che può e come può. Tocca a ciascuno di noi portare avanti il messaggio di Gesù, le sue scelte di vita, portare un po’ di Risurrezione, di Speranza anche quando sembra che le tenebre ci avvolgano. Mai come in questi giorni il messaggio della Pasqua, cioè che Dio non ci abbandona nella morte è più che mai attuale. Nella morte non solo fisica, ma anche spirituale, quando non vediamo via di uscita, quando non vediamo luce in fondo al tunnel. Bene in questi momenti pensiamo all’immagine della tomba vuota, della pietra che è stata tolta pe ridare spazio alla VITA. Nel Vangelo il terzo giorno è il giorno in cui Dio agisce. Non smettiamo di fare come Maria e abbandoniamoci alla fiducia dell’azione di Dio che non ci abbandona mai.

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)

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