GIOVEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO PARI
Commento di p. Franco Barbero al Vangelo: Mc 10,46-52 - Il grido di Bartimeo

Siamo già ben coscienti che i racconti di miracolo non sono resoconti di cronaca o nitide fotografie di fatti particolari, ma contengono una profonda verità: nell’incontro con Gesù, profeta e taumaturgo, avviene qualcosa di radicale, la vita cambia.

I due ciechi

Anche la sezione precedente del Vangelo di Marco era terminata con la guarigione del cieco di Betsaida, rappresentante di tutti i discepoli che hanno bisogno di essere guariti dalla loro cecità interiore per poter comprendere le prospettive della predicazione di Gesù e il messaggio del regno di Dio. Qui incontriamo un altro cieco. Non è un caso. I discepoli sono giunti all'ultima tappa del viaggio verso Gerusalemme e presto Gesù affronterà la grande prova. Solo chi riceve il dono di una nuova e radicale guarigione può sopportare lo “scandalo” della passione e della crocifissione di Gesù. Se riusciamo a identificarci in questo cieco, come discepoli e discepole smarriti e bisognosi di ricevere nuova luce, allora il Vangelo ci offre una lezione preziosa. Nel grido di Bartimeo c'è il riconoscimento del bisogno di guarigione di cui il cieco è ben consapevole. Ma c'è anche e soprattutto la voglia di uscire “dal ciglio della strada” per imprimere una svolta alla propria vita. Questo “gridare ancora più forte” mentre molti lo sgridavano per farlo tacere documenta la consapevolezza lucida ed ostinata di Bartimeo. Egli ha capito che l’incontro con Gesù può cambiare la sua vita e vuole non lasciarsi sfuggire questa occasione.

Taci!

Quando qualcuno vuole intraprendere nuovi sentieri di felicità, di responsabilità e di impegno è facile che si trovi attorno molte persone che lo invitano a starsene in silenzio, a "non agitarsi”, a continuare a “mendicare”. cioè a dipendere e a vivere nella mediocrità. A chi vuole continuare a vivere di collaudate tradizioni e di comode abitudini fanno molta paura le persone che acquistano un nuovo sguardo, nuovi occhi sulla realtà, sulla chiesa, sulla società e vogliono camminare con le proprie gambe e prendere in mano la loro vita.
C'è sempre, purtroppo, chi vuole soffocare il grido di libertà, di gioia e di speranza. Si incoraggiano tante chiacchiere inutili, oziose e idiote e si cerca, anche nella chiesa, di spegnere quelle voci che “gridano” e disturbano il normale svolgimento delle attività ecclesiastiche o aiutano ad aprire gli occhi su aspetti che si vorrebbero tenere nascosti. Il Vangelo di Luca riporta un episodio analogo: "Maestro, fa’ tacere i tuoi discepoli!”. Ma Gesù rispose: “Vi dico che se taceranno costoro, si metteranno a gridare le pietre” (Luca 19, 39-40). Esaminiamo bene i contenuti delle nostre relazioni. Anziché incoraggiare voci e cammini di responsabilità, a volte possiamo essere di ostacolo alla crescita di chi vuole nuovi sentieri di vita.

Gettò via il mantello

Che bella figura di credente è questo Bartimeo. Quando riesce a farsi sentire (anche perché Gesù sa ascoltare il suo grido e trascura le voci dei suoi “silenziatori”, degli addetti al soffocamento delle voci scomode) getta via il mantello, balza in piedi e si dirige verso Gesù. Mi ricorda la donna di Samaria di cui ci parla il Vangelo di Giovanni al capitolo quarto. L'incontro con Gesù toccò il suo cuore e suscitò in lei un movimento, il desiderio di dire ad altri, di annunciare e “abbandonò la sua giara per andare in città” (Gv. 4,28). La sua giornata prende un corso diverso, i suoi orari sono sconvolti, altre diventano ora le sue priorità. Qui Bartimeo lascia il suo mantello, lascia il ciglio della strada, smette di mendicare. Anzi, dopo l'incontro con Gesù che gli apre gli occhi, che gli offre una nuova prospettiva di vita, egli “si mise a seguirlo per la via” (10,52).

La narrazione del Vangelo di Marco fa di Bartimeo un discepolo proprio nel momento in cui si avvicina l’ora più difficile. Ma non ci sfugga un particolare. A differenza di quanto successe con il cieco di Betsaida, qui Gesù non fa alcun intervento, ma si limita a constatare la fede di Bartimeo: “Va', la tua fede ti ha salvato”.

Quante cose può cambiare nella nostra vita un granello di fede. Forse anche noi. spesso e volentieri, nella sequela di Gesù ci mettiamo “ai bordi della strada” per non coinvolgerci troppo. Gridiamo il nostro desiderio di vita nuova e buttiamoci con fiducia nella sequela di Gesù. Per quanto possa sembrarci strano ed inevidente, questa è la via della felicità, la via del regno di Dio. Impariamo da Bartimeo a non sciupare il passaggio e l’incontro con Gesù.

(Questo contenuto è di proprietà di p. Franco Barbero)


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