La preghiera nel contesto vetero-cattolico come un atto di comunione diretta e personale con Dio, senza intercessioni, basato sulla sincerità, spontaneità e costanza.
Pregare significa entrare in comunione con Dio e con tutta la Chiesa, visibile e invisibile. Non si tratta semplicemente di un atto personale, ma di un’esperienza che ci connette a Cristo e alla Chiesa universale. La preghiera cristiana è un cammino che inizia con l’ascolto della Parola di Dio e si compie in una risposta libera, sincera e consapevole al Suo amore infinito. La preghiera non è solo una richiesta di grazia, ma una forma di incontro che trascende la semplice comunicazione e diventa un modo di essere nel mondo, di vivere secondo la volontà di Dio, partecipando al mistero della salvezza.
Nel vetero-cattolicesimo, la preghiera è sempre rivolta direttamente a Dio Padre, attraverso il Cristo Signore, senza la necessità di intercessori o figure che ci mediino davanti a Dio. Non c’è, infatti, la tradizione dell’intercessione dei santi o di altre figure. Ogni fedele è chiamato a pregare con fiducia direttamente al Padre, sapendo che Cristo, il nostro unico Mediatore, ha aperto la via della salvezza per tutti. La preghiera non è solo un atto di supplica, ma una forma di comunione personale con Dio, una risposta di amore e fiducia che nasce dal cuore.
La preghiera personale richiede costanza e disciplina, così come qualsiasi relazione che desideri crescere e maturare. È un impegno che richiede perseveranza, come quando si cura una relazione importante: più ci parliamo, più la nostra fede cresce, più ci avviciniamo al cuore di Dio. La preghiera deve essere fatta con spirito libero, in modo autentico e spontaneo, senza fronzoli o formalismi. È un atto di fede che deve partire dal cuore, perché solo una preghiera vissuta sinceramente può trasformarci e avvicinarci al mistero divino.
Gesù Cristo ci ha lasciato l’esempio più perfetto di preghiera con il Padre Nostro, una preghiera che ci insegna a rivolgerci a Dio con la semplicità di un figlio che chiede al Padre ciò di cui ha bisogno, ma anche lodando il Suo nome e cercando la Sua volontà. Il Padre Nostro ci ricorda che siamo parte di una famiglia, che la nostra vita non è solo un cammino individuale, ma una chiamata a vivere insieme come membri del Corpo di Cristo, la Chiesa. Ogni preghiera dovrebbe essere un momento di apertura a Dio, un atto che ci permette di entrare in comunione con Lui e con tutti i nostri fratelli e sorelle nella fede.
Un altro elemento fondamentale nella preghiera quotidiana è la lettura dei Salmi. I Salmi sono preghiere ispirate che esprimono tutta la gamma delle emozioni umane: dalla gioia alla tristezza, dalla speranza alla disperazione, dal ringraziamento alla supplica. Attraverso di essi, possiamo entrare nella spiritualità biblica e imparare a pregare con le parole della Scrittura. La lettura dei Salmi, accompagnata da una riflessione, può diventare una fonte di nutrimento spirituale che ci guida nel nostro cammino di fede. Non solo la Bibbia, ma anche la Messa e la Liturgia delle Ore sono momenti privilegiati di preghiera comunitaria che ci uniscono come Chiesa, senza dimenticare che ogni cristiano è chiamato a partecipare attivamente alla preghiera liturgica, perché è nel Corpo di Cristo, che si manifesta pienamente nella Liturgia, che riceviamo la forza e la grazia per vivere la nostra fede.
Nel vetero-cattolicesimo, la preghiera è una forma di vita. Essa non si esaurisce in momenti formali, ma si riflette anche in ogni gesto quotidiano. Pregare significa portare Dio nel cuore di ogni istante, vivendo ogni azione come un atto di adorazione e di servizio a Lui. I Padri della Chiesa, come San Giovanni Crisostomo, ci ricordano che la preghiera è il respiro dell’anima: senza di essa, la nostra vita cristiana non può crescere, non può maturare. La preghiera è, quindi, ciò che tiene viva la nostra fede, quella fiamma che illumina le tenebre della vita quotidiana, quella luce che ci fa vedere il mondo con occhi nuovi, come lo vediamo con gli occhi di Dio.
Ogni preghiera dovrebbe essere libera, sincera e spontanea. La libertà della preghiera non sta nella possibilità di dire qualsiasi cosa, ma nella possibilità di essere veri con Dio, senza paure o reticenze. La sincerità è il fondamento di ogni preghiera autentica: dobbiamo essere pronti a portare a Dio tutto ciò che siamo, con le nostre gioie e le nostre sofferenze, senza nascondere nulla. La preghiera spontanea è quella che scaturisce dal cuore, quella che nasce dall’incontro profondo con Dio, senza bisogno di parole elaborate o formule complicate.
Pregare, dunque, significa fermarsi, raccogliersi, ascoltare e parlare con Dio come con un Padre e una Madre amorevoli, sentendo che siamo accolti senza giudizio, amati senza condizioni. La preghiera è il mezzo attraverso cui ci uniamo al Cristo risorto, che ci ha resi figli di Dio e ci ha aperto la strada alla salvezza. Essa non è solo un atto di supplica, ma una relazione viva con Dio, una relazione che si esprime nel silenzio e nelle parole, nel gesto e nel pensiero.
Nel cammino cristiano, ogni giorno è un’occasione nuova per pregare, per aprirsi a Dio, per crescere nella fede e nella grazia. Ogni momento di preghiera ci aiuta a diventare più simili a Cristo, a vivere la nostra vocazione di figli di Dio, in comunione con la Chiesa, in comunione con il mondo, per portare nel nostro cuore il Suo amore che redime e trasforma.
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