Comunicato per la Giornata internazionale contro l'omobitransofobia e la nostra partecipazione ai Pride in Italia
Oggi, 17 maggio, ci uniamo alle tante voci nel mondo che si levano contro ogni forma di discriminazione e violenza basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Come Chiesa crediamo fermamente che ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1,27) e porta in sé una dignità che nessuno può negare.
L’omobitransfobia non solo ferisce le persone, ma è un’offesa alla giustizia e all’amore a cui Dio ci chiama. L’odio, il rifiuto e il silenzio complice non possono trovare spazio tra coloro che professano la fede in Cristo, che ha amato e accolto ogni persona, senza esclusione.
Riaffermiamo con convinzione che i Sacramenti non sono un premio per chi si adegua ai dettami di un’istituzione ecclesiastica che interpreta a suo piacimento le Scritture, ma un dono gratuito della grazia di Dio, segni reali dell’amore del PadreMadre che chiama ogni sua creatura a una relazione viva, profonda e salvifica. Negarne l’accesso sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere significa tradire la logica stessa del Vangelo.
Anche quest’anno, la nostra Chiesa parteciperà con gioia e convinzione ai Pride che si terranno nei mesi di maggio, giugno e luglio in diverse città del nostro Paese. Saremo presenti per testimoniare che la fede può e deve stare dalla parte dei diritti, della dignità e della giustizia.
Chiederemo, insieme a tante e tanti, più diritti per tutti e tutte, tra cui il matrimonio egualitario, riconosciuto ormai in molti paesi occidentali, l’adozione anche per le coppie dello stesso sesso, il riconoscimento dei figli e delle figlie delle famiglie arcobaleno. Non sono rivendicazioni “contro” qualcuno, ma passi necessari per una società più equa, amorevole e fedele all'amore evangelico.
Preghiamo perché il Signore ci dia il coraggio di costruire ponti e non muri, e di essere testimoni di un amore che non esclude, ma accoglie e redime. L’amore di Dio non ha etichette, non ha paura, non fa differenze. Ricordiamo le parole di Gesù: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi (Gv15,12).
++Stefano, arcivescovo primate