Commento al Vangelo Gv 12,20-33

Cari fratelli e sorelle nel Signore,

Oggi mediteremo sul passo del Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,20-23), che ci presenta un incontro significativo tra Gesù e alcuni greci che erano venuti a Gerusalemme per adorare durante la festa. Questo breve episodio contiene una profonda verità spirituale che possiamo applicare alle nostre vite. Immaginiamo il contesto: Gesù è a Gerusalemme, la tensione è palpabile in quanto la sua passione e morte si avvicinano. Eppure, in mezzo a questo contesto, giungono alcuni greci desiderosi di vedere Gesù. Questo fatto in sé è significativo. Questi greci rappresentano la vastità dell'umanità, persone provenienti da culture diverse, desiderose di incontrare il Salvatore.

Ma cosa chiedono questi greci? "Vorremmo vedere Gesù". Questa semplice richiesta riflette un desiderio profondo e universale: il desiderio di incontrare il Signore, di conoscere la verità, di trovare il senso della vita. È un richiamo che risuona attraverso i secoli e raggiunge anche noi oggi.

La risposta di Gesù è altrettanto significativa. Non risponde direttamente alla richiesta dei greci, ma piuttosto parla di sé stesso e del significato del suo prossimo sacrificio sulla croce. Egli dice: "È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto".

Queste parole di Gesù sono profonde e misteriose. Egli parla della sua morte imminente e della sua risurrezione, descrivendo se stesso come il seme che deve morire per produrre frutto. Questo frutto è la vita eterna offerta a tutti coloro che credono in lui.

Questa è la verità che emerge da questo incontro: venire a Gesù significa abbracciare la sua morte e risurrezione come il cuore stesso della nostra fede. Significa riconoscere che solo attraverso la morte e la risurrezione di Gesù possiamo ricevere la vita eterna.

Anche noi oggi siamo chiamati a venire a Gesù, a cercarlo con il cuore aperto e desideroso. E quando veniamo a lui, non veniamo solo per ricevere benedizioni o risposte alle nostre preghiere, ma veniamo per abbracciare la sua croce e seguire il suo esempio di amore e sacrificio.

Carissimi, venire a Gesù è un atto di fede e di abbandono totale a lui. È un riconoscimento umile del nostro bisogno di salvezza e della sua sovrana capacità di salvarci. Che possiamo imparare dalla semplicità e dalla sincerità di questi greci che cercavano Gesù, e che possiamo noi stessi venire a lui con lo stesso spirito di ricerca e di desiderio di incontrare il Salvatore delle nostre anime.

Che il Signore ci dia la grazia di venire a lui con cuori aperti e fiduciosi, e che possiamo sperimentare la gioia e la pienezza della vita che solo lui può donare.

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)

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